lunedì 6 ottobre 2014

La conserva di settembre



Settembre. Andiamo, è tempo di conserva.
Damiano è sul punto di essere investito dal Fuoco Sacro. Basta pochissimo perché la Fiamma divampi, e la scintilla è procurata da una cassetta contenente venti chili (!!) di pomodori, che arriva per vie misteriose in casa nostra. Dunque, è deciso. Conserva sia. Così facevano un tempo, e noi non ignoreremo le tradizioni dei Nostri Padri (o, come è molto più probabile, delle Nostre Madri).
Dai recessi più alti della cucina, discende la Grande Pentola Blu, che abitava in questa casa prima di tutte le altre pentole e persino prima di noi, quando ancora la cucina era usata come luogo ideale per cene tra amici e pastasciutte per venti persone.
Damiano è instancabile. Svariati chili di verdure complementari (carote, sedani, cipolle) vengono affettati e sminuzzati. Boschetti di basilico nevicano fluttuando nella pentola. Poi il pezzo forte.
Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori!



Tagliati grossolanamente eliminando eventuali ammaccature e gettati nel calderone. Un chilo dopo l'altro.
Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori!
Senza fermarsi, senza pietà.
Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori!
La cosa mi sta già nauseando, ma non siamo che all'inizio.
Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori! Pomodori!
Meglio cambiare occupazione (Damiano continua imperterrito). Vado a controllare lo stato dei barattoli.
Mi sembra che ne abbiamo un numero soddisfacente, considerato che in questo periodo dell'anno tutta la conserva dell'anno scorso e gran parte delle marmellate sono finite. Alcune capsule, però sono da ricomprare, inoltre Damiano decreta che non siamo neanche lontanamente vicini al numero opportuno per la grande impresa di oggi. 



Il barattolo che contiene il caffè viene svuotato e lavato. Lo stesso accade a quello che contiene il detersivo in polvere per la lavastoviglie. I barattoli di incerta sicurezza per quanto riguarda il sottovuoto sono scartati con disprezzo: buoni al massimo per le olive sottolio, è il verdetto. Si cercano barattoli in prestito, si conduce una campagna acquisti.
Intanto sono già iniziati i primi turni di bollitura, due o tre barattoli alla volta in pentole minori foderate di canovacci e riempite d'acqua, accanto alle quali troneggia spaventosa la Pentola Blu, dentro la quale si stanno sfacendo i pomodori.


Tra l'acqua e la conserva, nuvole di vapore si levano in cucina, ed è chiaro ed evidente che nessun nucleo familiare ha bisogno di aspirare ad una sauna, se solo si prende la briga di preparare la conserva. Spero che il tutto si riveli benefico per ripulire dalle impurità i pori della mia pelle, se non altro.
E' giunto il momento di passare il contenuto della Pentola Blu attraverso il "mulinetto" a manovella appositamente studiato, per separare le Bucce dalla Polpa, che cade gocciolando in altre pentole. E' un processo lunghetto, che potremmo riassumere così: 
Pomodori cotti! Pomodori cotti! Gira la manovella! Gira la manovella! Gira la manovella! Elimina l'eccesso di bucce che sta intasando il mulinetto! Pomodori cotti! Pomodori cotti… 
...e via discorrendo. Le macchie rossastre sparse per la cucina sono il set perfetto per un film pulp. Liberata dalle bucce, la conserva deve sobbollire fino a restringersi, mentre, per non rimanere con le mani in mano, si procede con la sterilizzazione dei barattoli (ustioni più o meno gravi nel recuperare i barattoli dall'acqua bollente per sostituirli, senza contaminarli).
E ora il momento del travaso. Operazione millimetrica, silenzio, neanche una goccia deve contaminare la Purezza Sterile dell'imboccatura del barattolo, per evitare che proliferazioni batteriche compromettano la longevità della conserva. Mano a mano che la delicata procedura riempie un barattolo dopo l'altro, li si rimette a testa in giù nell'acqua bollente  per ulteriore precauzione e per creare il sottovuoto. Dieci minuti e… togliere. Lasciare spazio a qualcun altro. Come soldatini, vengono tutti posizionati uno accanto all'altro, e infine giunge il momento di spegnere i fornelli.
E fu sera e fu mattina. Primo giorno.
La frescura del mattino ci è di sostegno quando scendiamo in cucina per la seconda mandata del lavoro (resta ancora quasi la metà dei pomodori). Ai nostri occhi appare una specie di campo di battaglia, l'aroma di pomodoro è così intenso che, anche se si sta mangiando pane e marmellata a colazione, annaspando tra un barattolo e un mestolo e le carote pronte ad essere sminuzzate, l'impressione è di mangiare pane e conserva di pomodoro. Nel desolato panorama di stracci umidi, cucchiai sporchi, barattoli da usare, pentole mezzo lavate, si riparte, con la buona volontà in picchiata.



Pomodori! Pomodori! Pomodori! Barattoli! Barattoli! Barattoli! Pomodori! Pomodori! Mulinetto! Polpa! Polpa! Barattoli! Barattoli! Polpa! Barattoli! Polpa! Barattoli!
Consapevoli che ogni residua volontà di fare alcunchè sarà perduta non appena l'ultimo barattolo pieno sarà posizionato sul tavolo a testa in giù, mentre il processo si avvia alla fine si attiva la retroguardia che cancella le tracce: lavastoviglie stipata, quello che non c'entra lavato a mano, piani della cucina strofinati, mucchi di bucce gettate nel compost, canovacci bolliti e ribolliti stesi ad asciugare.



E ci siamo quasi! Stiamo scrivendo le etichette! Ne mancano quattro… tre… due… una…

Ok. E' fatta.
Suonano alla porta. E' Roberto, il babbo/suocero. Volete dei pomodori?
Non voglio più vedere pomodori in vita mia.

2 commenti:

  1. Grazie, se vuoi un vasetto te lo regaliamo! ;) Giusto perchè hai commentato. Ne abbiamo disponibili per circa altri 4637 commentatori. XD

    RispondiElimina