mercoledì 30 settembre 2015

Scarti librari



E' arrivata (e passata) la radiosa coda settembrina dell'estate, con giornate fresche e piacevoli ed un po' di tempo libero da usare in casa, ed io ho deciso di mettermi all'opera per depurare la nostra libreria grande con lo spirito con cui si sgorga un lavandino intasato.
La libreria grande è la prima cosa che colpisce l'occhio entrando in casa nostra, ed occupa l'intera parete antistante la porta d'ingresso.
All'inizio, traslocando i rispettivi patrimoni librari nei giorni prima del matrimonio, avevamo cercato di disporli con qualche criterio base, ripromettendoci di "dare una sistemata in seguito". Inutile dire che tale sistemata non è mai avvenuta, e nel frattempo non abbiamo fatto altro che aggiungere nuovi acquisti fino a riempire tutto lo spazio disponibile, togliere libri per leggerli e rimetterli a posto appoggiandoli sopra gli altri ed usare la libreria anche per quaderni, fogli sciolti, pericolanti pile di cd, cartine per il trekking malpiegate e occasionali panni per spolverare dimenticati. Insomma, regnava il caos (e volete sapere qual è la cosa più sconcertante? Che in confronto alla libreria dello studio, questa sembrava ordinata. Ma una missione impossibile per volta).
Comunque, il punto è che stavamo esaurendo lo spazio, e questo significava che prima di riordinare suddividendo per letterature nazionali e settori diversi di saggistica, prima di spolverare gli scaffali, prima di timbrare tutti i volumi con il nostro ex libris componibile, prima di ogni altra operazione... era necessario liberarsi di alcuni libri.


 Ora, io sono una di quelle persone con la tendenza paganeggiante ad idolatrare i libri, ma ho dovuto ben presto rendermi conto che potevamo senza rimpianti fare a meno di qualche titolo nel nostro catalogo.
A cominciare dai doppioni, ad esempio i due dizionari di tedesco stessa edizione e stesso anno, o le due serie di opere di T. S. Eliot, perfettamente identiche, risalenti ad un periodo in cui da fidanzati ci eravamo fissati ed avevamo entrambi acquistato uno dopo l'altro i Quattro Quartetti, la Terra Desolata, Assassinio nella Cattedrale e via discorrendo (in effetti è stato immediatamente dopo quel periodo che abbiamo cominciato a guardare al futuro ed a cercare di coordinare gli acquisti librari).
Poi è stata la volta dell'Enciclopedia del Pensiero Filosofico e Scientifico in dodici volumi del Geymonat, appartenuta a mia madre (che era stata ben contenta di sbolognarcela), accettata da Damiano con l'entusiasmo di un giovane filosofo ancora "povero" di libri e ben presto risultata sorpassata, ingombrante e definitivamente poco consultabile. Stiamo ancora cercando, senza successo, di venderla su ebay, in ogni caso ha lasciato posto sugli scaffali migrando nel ripostiglio.
Poi una processione di robaccia di varia natura, detriti adolescenziali e acquisti poco oculati: fantasy di dubbio gusto, il manuale Risparmiare in casa (spoiler: il modo migliore di risparmiare è non comprare questo libro), l'orrendo Vita nel Vento, libretto per bambini vinto ad una pesca di beneficienza con raccapriccianti illustrazioni col verde vomito come colore dominante, l'utile pubblicazione Scuola in prospettiva (salvo che la prospettiva in questione è quella di due o tre decenni fa, visto che il prezioso volume era venduto al modico prezzo di 2000 lire),  parateologia d'accatto tipo Uno di noi è Dio la cui quarta di copertina riassume la cosiddetta "originale intuizione" dell'autore: "se uno di noi è Dio, anche noi siamo Dio". Imperdibile.
Ma soprattutto, un'intera serie di "libri di lettura" appartenuti a Damiano e risalenti agli anni della scuola media, che visti tutti insieme mi hanno fornito una specie di improvvisa illuminazione sul perché in Italia si legge molto poco: è probabile che una delle cause principali sia la tendenza di certi insegnanti a scegliere per i ragazzi, negli anni in cui prende forma il gusto adulto per la lettura, libri che tutto fanno venir voglia meno che di leggerli. Vederli mi ha fatto ricordare i miei libri di lettura delle medie (di cui mi sono sbarazzata tempo fa e che infatti non risultano all'appello), ed in particolare una deprimente antologia di racconti "attuali" di Vittorio Zucconi, piacevoli  da leggere come un elenco telefonico. Anche i professori di Damiano non scherzavano: il pezzo forte di questo piccolo museo di clamorosi errori didattici rilegati in brutte brossure è una raccolta intitolata Storie di Adolescenti, copertina color caco maturo con triste acquarello di bambinetti che giocano su un albero. 

Sottotitolo "26 racconti sul mestiere di crescere", proprio quello che l'adolescente medio cerca quando apre un libro (per non parlare di quel ventisei scritto in cifre). Contenuto, uno sconcertante elenco di racconti mischiati ad estratti di opere più lunghe: qualche pagina di Anna Frank (perché non far leggere invece tutto il Diario?), Bee Bee Pecora Nera di Kipling, perfetto per marchiare a fuoco nelle teste degli sventurati brufolosi dodicenni (che nulla sanno della poetica cupa, esotica e misteriosa di Kipling) che Kipling è un autore deprimente che parla di bambini maltrattati, parti di un Diario di una giovinetta non meglio identificato il cui picco emotivo è rappresentato dall'angoscia di un ricovero per appendicite, un racconto di Moravia brutto anche più della media dei racconti di Moravia (ah, Moravia, onnipresente nelle antologie delle medie, e non a caso accuratamente evitato da tutti in seguito!) e ciliegina sulla torta, estratti dell'ignobile Diario segreto di Adrian Mole, di tredici anni e tre quarti, ricco di quello che la curatrice dell'antologia definisce "scanzonato gergo giovanile" (probabilmente per l'uso scorretto dei congiuntivi) che ci regala brani di questo genere: "Sono andato a prendere il tè dalla nonna. Ero triste e abbattuto a causa del soggiorno di Pandora in Tunisia. La nonna mi ha chiesto se ero stitico. A momenti le dicevo qualcosa, ma come si fa a spiegare l'amore a una donna di settantasei anni che crede che è una parolaccia?" Ahah. Non vi state spisciando dal ridere anche voi? E' questo quello che ci vuole per diventare lettori appassionati! Uno proprio non vede l'ora di sapere come continua!
Potrei lanciarmi in una filippica sulla cattiva educazione alla lettura che si riceve alle medie, ma Damiano già mi dice "Non fare post troppo lunghi!"
Quindi, in conclusione: i nostri scarti librari sono stati regalati in giro, o nei casi più impresentabili riposti in una scatola destinata al mercatino dell'usato dell'Operazione Mato Grosso, che sarà ritirata provvidenzialmente il primo ottobre. Con i libri delle medie, invece, abbiamo rimpinguato la nostra riserva di carta per accendere il camino, visto che ormai arriva la brutta stagione. E voi, se li aveste ancora sottomano, che fareste ai vostri orridi "libri di lettura"?

mercoledì 23 settembre 2015

L'enigma del bidet

La diffusione geografica dei bidet è una prova inconfutabile della superiorità delle civiltà latine.
Pur essendo inventato in Francia, si è infatti diffuso soprattutto in Italia e Portogallo. Non esiste praticamente abitazione, da noi, che non sfoggi orgogliosamente questo araldo dell'igiene (anche se pare fosse in origine legato a bordelli e case di piacere, in cui davvero l'igiene era una questione vitale...ma questa è un'altra storia).




Ad ogni modo, il bidet ha ancora un lato misterioso: tutti lo hanno, pochi ne parlano. 
Ormai si parla di tutto, di sesso, di soldi, di violenza, persino di merda (sì, lo posso scrivere in piena libertà, senza che il correttore automatico-moralista me lo sottolinei!); ma il bidet rimane un tabù (...e infatti me lo sottolinea).

Volete sapere come combattere l'eiaculazione precoce? Nessun problema, cliccate qui o qui.
Volete sapere come fare soldi in poco tempo? Niente di più facile, cliccate qui o qui (oppure vendete rimedi contro l'eiaculazione precoce)

Ma volete sapere come si usa il bidet? Bene, allora troverete soltanto questa pagina di WikiHow, che però furbescamente evita di rispondere al quesito fondamentale, e cioè: DA CHE PARTE CI SI SIEDE SUL BIDET? Verso il muro o con le spalle al muro?

Forse voi lettori troverete stupida questa domanda, ma non appena porgerete il quesito a una persona di sesso opposto al vostro, vi accorgerete che il problema è reale. 
In effetti la questione si è imposta a noi, in tutta la sua forza, dopo il matrimonio. Abbiamo subito scoperto qualcosa che ci divideva profondamente! Sconcertati, abbiamo infine elaborato questa teoria: le donne per la maggioranza siedono sul bidet verso il muro, specialmente a causa della complessità di certe loro operazioni igieniche; mentre molti uomini, a causa di evidenti ostacoli fisici, preferiscono sedersi sul bidet con le spalle al muro.
Tuttavia la nostra teoria non è adeguatamente provata, ed ecco perché ci rivolgiamo a voi.

La nostra società oscurantista non affronta il problema di una delle operazioni basilari della nostra vita. Ma noi, i Marx dell'igiene intimo, i Freud della sanità genitale, lanciamo con onore questo sondaggio planetario volto a confermare o confutare la nostra teoria.

VOI, DA CHE PARTE VI SEDETE SUL BIDET? Verso il muro o con le spalle al muro?

Rispondete, la verità ha bisogno di voi.

domenica 6 settembre 2015

Il damianide in ambiente marino



Questo post sarà dedicato all'osservazione antropologica del damianide,  altresì noto come homo piandiscoensis, in un ambiente che non gli è connaturale e che egli percepisce come sostanzialmente ostile, quale quello marino. Come molti di voi sanno, il damianide è una varietà della specie homo caratterizzata da colorito latteo (ma tendente al rosso in corrispondenza della faccia), efelidi sparse su tutto il corpo e pelo fulvo. Ha dunque una tendenza fisiologica a rifuggire il sole, resa più profonda dalla refrattarietà psicologica a ripetere esperienze compiute nell'infanzia e che egli associa istintivamente all'ambiente costiero: interminabili rituali consistenti nel cospargere il corpo di creme solari protezione 75, dense come colla vinilica e disposte su strati rinnovati dopo ogni bagno, conseguenti impanature di sabbia in ogni remota piega della pelle e risultante impossibilità di condurre alcun tipo di vita sociale, da cui il ripiego su attività ispirate a Forrest Gump, tipo diventare il campione di ping pong della pineta.
Se siete coniugati ad un damianide, e coscienti dei suoi traumatici trascorsi, sarete psicologicamente preparati alla totale assenza di vacanze al mare nel corso della vostra vita matrimoniale.  
Non ci sarà da stupirsi tuttavia se il soggetto, dopo innumerevoli stagioni passate a denigrare l 'orrida ed incomprensibile abitudine di recarsi in prossimità delle coste, che ha così turbato gli anni del suo sviluppo, cambierà improvvisamente idea e suggerirà di affrontare addirittura un'intera settimana di mare in pieno agosto: queste repentine prese di posizione sprezzanti del rischio costituiscono infatti un'inconfondibile aspetto del carattere del damianide. 
Vediamo dunque cosa è ragionevole aspettarsi da una settimana al mare in compagnia di un esemplare del genere. (E' da notare che in occasione dell'ultimo breve soggiorno in località costiera, occorso addirittura prima del matrimonio, il soggetto del nostro studio costrinse l'intero gruppo di amici a trascorrere uno dei due giorni della vacanza  visitando grotte naturali svariate centinaia di metri sottoterra).
In sostanza, il soggetto pianificherà in modo più o meno esplicito il suo tempo in maniera da trascorrerne fisicamente sulla spiaggia una porzione limitatissima.  

Il primo espediente per evitare la spiaggia è restare in acqua per ore. Dal momento che questa soluzione pone un rimedio al fastidio della sabbia ma non a quello dell'ustione solare, della noia profonda o, a lungo andare, dell'ipotermia, il damianide si attrezzerà previdentemente dotandosi nel più vicino negozio di articoli sportivi di maschera, pinne e boccaglio per lo snorkeling nonché di tuta integrale nera per attività subacquee, che per inciso vanno ad occupare metà dello spazio in valigia. Così attrezzato, salutata sulla riva moglie ed amici, il soggetto scomparirà per intervalli di circa tre ore, ripresentandosi all'ora dell'insalata di riso. 

Piano più raffinato, nonché tutto sommato più utile alla sua vita sociale e coniugale è quello di incentivare il turismo. Se la destinazione prescelta è di particolare bellezza, come nel nostro caso, questa soluzione sarà più facile da improporre agli altri.
Un'esplorazione delle bellezze del Cilento, una puntata alla meravigliosa Maratea ed il gioco è fatto: un'intera giornata di mare senza andare al mare.

 Ma se il damianide è veramente un degno esponente della damianità, il colpo da maestro sarà trovare il modo di negare trionfalmente l'essenza stessa della vacanza al mare nel corso della vacanza al mare, per esempio dedicando una giornata a fare escursionismo in montagna, salendo fino a duemila metri per poi scendere ed incontrare i suoi compagni in spiaggia vestito di tutto punto per il trekking, con tanto di scarponi. 


Questi atteggiamenti di sotterranea contestazione di una vacanza da lui stesso programmata sono tipici della psicologia del nostro homo piandiscoensis. E' consigliabile lasciare che il soggetto esprima liberamente le sue eccentricità: la moglie è pertanto caldamente invitata a godersi tranquillamente la prima e probabilmente unica vacanza al mare della sua vita coniugale, non lasciandosi turbare da tali schemi di comportamento schizoide. Se è fortunata, riuscirà persino a trascinarlo in una gita in barca: è sufficiente argomentare che sul fondo della barca non c'è la sabbia.