giovedì 19 giugno 2014

Attenti al Can(on)e!


Ebbene lo confesso: ora che sono iniziati i mondiali un po' rimpiango di non poter sprofondare nel mio divano in ciabatte, pantaloni corti e canottiera, stappare una birra ghiacciata, afferrare con l'altra mano il telecomando e passare 90 minuti di genuina passione italica.
Perché non posso abbandonarmi a simili patriottici istinti? Semplice: perché in Via delle Cose Nuove non abbiamo la televisione. E, mondiali a parte, non ne abbiamo mai sentito la mancanza.
Non è che vogliamo fare per forza gli antisistema, gli ideologi del pensiero libero dal Grande Nemico MassMedia; è solo che pensiamo che il "modello TV", ovvero in sintesi la fruizione passiva di contenuti mediatici da parte di un soggetto, abbia fatto il suo tempo, appartenga a una generazione precedente, e sia stato ormai sostituito – in larga misura – dal web, in cui puoi vedere un video ma anche farlo, puoi leggere ma anche scrivere, puoi selezionare e condividere, puoi fingerti opinionista aprendo un blog ... e così via! ;)
Insomma, non sentiamo la mancanza né il bisogno del vecchio tubo catodico, e sottoscriviamo questa massima: «si PUO' fare benissimo a meno della TV: la vostra vita non ne risentirà se non, forse, in meglio». (ad esempio, i mondiali li vedrete in compagnia vestiti con jeans e t-shirt, invece che da soli in bermuda e canotta!)
Solo che la RAI non è molto d'accordo con noi, anzi non si capacita proprio che qualcuno possa vivere senza televisione: la ritiene un bisogno primario, come l'acqua. Così, quando si è accorta che non paghiamo il canone, ha iniziato a mandarci lettere quasi intimidatorie, convinta che noi stiamo evadendo le tasse. Se non paghi il canone, pensa la RAI, non è che forse non hai la TV: sicuramente ce l'hai (come vivere altrimenti?), e vuoi fregare lo Stato. La presunzione di innocenza, di cui tanto si parla, non viene in effetti molto praticata, per di più da un'azienda statale.
Ad esempio, lettera della RAI del 29 marzo 2013: «Non risulta da Lei stipulato un abbonamento alla televisione. Pertanto, l'Amministrazione Finanziaria dello Stato procederà agli accertamenti previsti dalla legge a carico dei detentori di apparecchi atti od (..."OD" non lo leggevo dal 1840!) adattabili alla ricezione dei programmi televisivi non abbonati». Non si specifica neanche che qualcuno potrebbe NON essere detentore di tali apparecchi: per la RAI ci sono solo "detentori non abbonati", punto. E la lettera continua in modo ancora più strabiliante: «Per evitare il pagamento delle sanzioni conseguenti l'accertamento, è indispensabile che Lei provveda a versare immediatamente l'importo di Euro....»: neanche un accenno al fatto che tali sanzioni sono "possibili", "eventuali", cioè applicabili qualora risulti che tu stia effettivamente violando la legge, detenendo apparecchi e non pagando il canone. No, per la RAI le sanzioni sono "conseguenti l'accertamento", e fine.

A un certo punto, dati i toni della lettera, ho pensato che stavamo sbagliando noi: forse i computer o le radio comportano il pagamento del canone. ODdio, sono un evasore!! Allora mi sono informato a fondo, finché ho trovato questa pagina web del sito ufficiale della RAI in cui si specifica chiaramente, una buona volta, che «i personal computer, anche collegati in rete, se consentono l’ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone», e che «per i canoni ordinari in ambito familiare la detenzione esclusiva di apparecchi radio non comporta il pagamento del canone». La nostra coscienza civica è a posto.

Per cui, quando il mese scorso mi è arrivata l'ennesima lettera della RAI in cui venivo caldamente invitato a pagare il canone – tranne nei soli due casi in cui fossi già abbonato a nome di un mio familiare o ci fossero stati errori nell'intestazione, e allora (solo allora) sarei «pregato di non tener conto della presente lettera» – ho deciso invece di tener conto della presente lettera, scrivendo questo post un po' polemico. Cara RAI, accetta il fatto che alcuni cittadini italiani riescono a vivere senza televisione, fattene una ragione e smetti di farli sentire degli sporchi evasori.

Poi, se vorrai trasmettere on-line i mondiali di calcio sul sito internet www.rai.tv, sappi che mi troverai pronto sul divano, in bermuda e canotta, con una Moretti ghiacciata in mano. E la coscienza a posto.


(Dama)


P.S. Diletta è una fan della particella "od", ma lei è una filologa medievale.

1 commento:

  1. E visto come è andata a finire il Mondiale, valeva davvero la pena di avere la televisione per vederlo? ;)
    Dile

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