Quelli che vengono
biasimati per leggere libri infantili in età matura sono gli stessi che da
piccoli venivano criticati per leggere libri da grandi : ma bisogna tener
presente che nessun lettore degno di questo nome si regola in base al
calendario.
C.S. Lewis, “Tre modi di
scrivere per l’infanzia”
Ci sono libri per bambini e ragazzi che sono capolavori della letteratura. E ci sono libri per bambini e ragazzi che non sono capolavori della letteratura ma che tuttora leggo con un piacere maggiore di quello che mi darebbero moltissimi libri "per adulti".
Non mi è chiara la
distinzione che vorrebbe vederci cambiare personalità col sopraggiungere
dell'età adulta. Le cose che ci piacevano da bambini, se erano veramente belle
e degne, ci piaceranno anche da adulti. Trovo comprensibile che un adulto
preferisca battere la testa contro il muro piuttosto che leggere un libro di Geronimo Stilton, ma francamente non mi è
molto chiaro nemmeno perché Geronimo Stilton
dovrebbe essere propinato a un bambino. Io stessa, come capo scout, educatrice,
baby sitter e via dicendo, insomma, in tutti gli ambiti educativi in cui ero a stretto contatto con bambini
delle elementari, ho incontrato bambini che leggevano solo Geronimo Stilton. Non ho mai potuto fare a
meno di chiedermi, però, se qualcuno avesse offerto loro qualche alternativa
valida o li avesse incoraggiati in altre direzioni. Un libro che convince solo
quando siamo bambini non può, alla fine dei conti, essere un granché. Il buon
vecchio Lewis, nel breve, fulminante scritto da cui ho tratto la citazione in
testa al post, Tre modi di scrivere per
l'infanzia, osserva che un modo a suo avviso sbagliato di scrivere per l'infanzia è quello che porta a
propinare ai bambini quello che pensiamo interessi loro, anche se a noi non
interessa affatto: dare al pubblico quello che vuole, insomma. Ai bambini
piacciono i colori, le scritte a caratteri grossi e stravaganti, le figure, e
naturalmente i topi, tutti sanno che ai
bambini piacciono i topi, quindi, ragiona l'editore, riempiamo un bel po' di
pagine di questa roba (sì, giusto, mettiamoci anche una qualche pseudotrama
scritta da un povero schiavo della casa editrice il cui nome non figurerà sulla
copertina) e daremo ai bambini quello che vogliono: ecco il miracolo! Abbiamo
creato il "libro per bambini"! Libro che a noi ovviamente fa venire
il latte alle ginocchia, che non ci sogneremmo mai di sfilare dallo scaffale di
una libreria, che ci fa persino un po' ribrezzo con quella profusione di colori
pacchiani, ma che non abbiamo scrupoli a propinare a qualsiasi figlio, nipote,
conoscente sotto i dieci anni cui dobbiamo o vogliamo fare un regalo. (Pensiero
a parte: dell'educazione alla lettura non dovrebbe anche far parte una sorta di
educazione estetica? Forse è assurdo, ma quando compro un libro per un bambino,
soprattutto un bambino che conosco bene e che è mio amico, la bellezza delle
illustrazioni, dell'impaginazione, la piacevolezza del libro come oggetto ha un
peso significativo).
Penso che l'unica
variante autorizzata a determinare la differenza tra la biblioteca personale di
un bambino e quella di un adulto sia la progressiva crescita della capacità di
comprensione che una persona sperimenta con il passare degli anni. Il solito Lewis
usa una bella metafora per spiegare questo processo:
"Oggi mi piace
il vino bianco che da ragazzo non avrei apprezzato, ma continua a piacermi la
limonata. E' un processo di crescita nel quale mi sono arricchito. (…) Se per
acquisire il piacere del vino avessi dovuto perdere quello di una spremuta di limoni,
non si sarebbe trattato di crescita ma di semplice cambiamento. (…)Un albero
cresce perché si formano nuovi anelli, un treno che lascia una stazione per
arrivare alla prossima non cresce affatto."
Così, libri per
l'infanzia o per ragazzi veramente degni di essere letti continueranno a
stupirci e appassionarci anche quando saremo adulti, e dentro i nuovi anelli
che le esperienze che abbiamo vissuto e
le idee che abbiamo elaborato hanno fatto crescere sulla nostra scorza, restano
i vecchi anelli del giovane tronco che eravamo un tempo, che hanno formato il
nucleo dei nostri piaceri letterari e che ancora oggi ci stupiscono e ci danno
gioia.
Non mi vergogno di
leggere libri per bambini, ancora oggi, e non solo quelli che ho avuto la
fortuna di leggere e amare da piccola: c'è sempre tempo per fare nuove
scoperte. Lewis osservava giustamente che la vergogna per tutto quello che è
"bambinesco" non è tipica dell'età adulta, ma propria delle persone
che ancora adulte non sono. Un adolescente è ansioso di sembrare grande ed ha
paura che leggere i libri che gli davano gioia qualche anno addietro possa
farlo sembrare ancora un bambino. Un adulto, in teoria, dovrebbe aver superato
la paura di non sembrare adulto, sapere di
esserlo e quindi aver fiducia nel suo stesso giudizio, anche in fatto di
libri. Quando avevo otto anni e leggevo Winnie
the Pooh, sapevo solo che era bello e che mi commuoveva. Se lo rileggo
oggi, e scopro che è ancora bello e ancora mi commuove, la conclusione logica
non è che sono rimasta allo stadio infantile, quanto che Winnie the Pooh è un bel libro, che merita di
essere riletto ad ogni età. Un paio di anni fa ho letto La città dei libri sognanti, di Walter Moers: è un libro per
ragazzi, con tanto di illustrazioni in pagina, ma non posso che consigliarlo a
chiunque, dai 9 ai 99 anni: è splendido, pirotecnico, sorprendente e sottile (e
parla di libri: un libro per veri libridinosi). E, in linea generale, nel mio
empireo ci sono parecchi libri per l'infanzia, nel senso che annovero libri per
l'infanzia anche nella lista adulta dei
libri più belli che abbia mai letto . Alcuni infatti sono grandi libri, che
scavano profondamente nel mistero della persona umana e del suo rapporto col
mondo, pieni di una ricca atmosfera poetica che fa risuonare corde profonde. Scegliere di scrivere per l'infanzia vuol
dire (o dovrebbe voler dire) scegliere una modalità espressiva più che una
gradazione di qualità.
Per questo, al
contrario, spesso (e con le dovute eccezioni) non mi entusiasmano i libri
diretti ai cosiddetti young adults,
fascia di mercato evidentemente molto ambita. C'è qualcosa di fastidioso in sé
nell'idea che si tratti di libri "non per adulti", bensì per giovani
che in teoria si dovrebbero "vergognare" di leggere libri per bambini
o ragazzi ma ai quali è bene non rifilare qualcosa di troppo complesso. Perché
è così frequente che la letteratura dell'adolescenza perda la poesia e la
profondità di quella dell'infanzia senza acquistare alcun tipo di spessore
nuovo e diverso?
Da quando insegno
alle medie, ho persino una scusa professionale per curiosare tra gli scaffali
di biblioteche e librerie dedicati ai più giovani. Porto i miei studenti in
biblioteca almeno una volta al mese e voglio poter dare pareri, quando me li
chiedono, con cognizione di causa (per non parlare del fatto che voglio che
sappiano, quando scrivono le loro schede di lettura, che le probabilità che li
scopra se barano sono discrete). Ma soprattutto voglio che siano consapevoli
che, quando consiglio loro un libro per ragazzi, non lo faccio con
condiscendenza ("sì, leggiti pure questa roba che sembra così adatta a te"), ma lo faccio perché l'ho
letto, lo apprezzo seriamente e la considero una lettura che ha una dignità, e
in certi casi una lettura imprescindibile per gli adulti come per loro.
Quindi leggete libri
per bambini e ragazzi, senza vergogna! Leggeteli sull'autobus, in treno, in
pubblico, comprateli in libreria senza fingere che siano per vostro nipote,
prendeteli in prestito in biblioteca senza arrossire. Alcuni sono piaceri della
vita di cui sarebbe un peccato privarsi. Qualche suggerimento? Alla prossima
puntata!
Nessun commento:
Posta un commento