giovedì 30 aprile 2015

Dieci!



Ormai festeggiamo un altro anniversario, a non molti giorni di distanza. Ma è difficile lasciar passare un giorno così senza una nota o un'osservazione. Senza guardare indietro. E ringraziare per i dettagli insignificanti che hanno finito per diventare determinanti. Per la Provvidenza, insomma.
 
Io andavo ancora a scuola. Avevamo stabilito la Fiera dell'Artigianato, che nelle mie meditazioni in proposito avevo approvato caldamente, classificandola come un contesto neutro e rumoroso, pieno di spunti per conversazioni vaghe e impersonali e poco romantico, insomma l'ideale.
Così all'uscita da scuola ho preso l'autobus per andare alla Fortezza.
Lui si è presentato con una mise d'effetto, camicia nera con risvolti del colletto viola e cravatta col disegno di un gatto. Siccome era in ritardo e io ingannavo il tempo leggendo Vita e Destino di Vasilij Grossman (scelto principalmente perché con le sue ottocento pagine mi pareva che mi desse un tono), mi ha fatto alzare lo sguardo suonando l'ocarina che si era portato (per darsi un tono a sua volta: ognuno sceglie i suoi metodi). Sullo sfondo c'era un passante che guardava la scena stranito.
-Scusa, sai, non trovavo un posto dove parcheggiare la macchina...
-Ah, tranquillo, avevi ancora un margine di ritardo di 750 pagine.
Mi sono alzata. Ci siamo baciati sulle guance, perché siamo amici, no?
Abbiamo varcato l'ingresso della Fiera, sotto l'imponente portale della Fortezza da Basso.
Non avevamo idea che sarebbero stati i primi passi di un cammino così lungo fatto l'uno a fianco dell'altra.
Il resto è storia.
E' successo tutto proprio dieci anni fa.

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