Dunque, dopo tre
umidi giorni e due umide notti, dopo pastasciutte cucinate dai ragazzi su
fuochi fumosi ottenuti lottando con la legna bagnata, e a rischio salmonellosi
(l'uovo della carbonara era pericolosamente vicino alla soglia della crudezza),
dopo aver accompagnato a casa qualcuno, dopo aver contribuito a scaricare il
furgone contenente tende da squadriglia, casse di attrezzi, vanghe, taniche e
molto altro materiale assortito, sono arrivata a casa.
Vorrei che mia madre
mi preparasse un tè bollente e prendesse in consegna l'intero contenuto umido
e/o fangoso dello zaino, vorrei che mio padre cucinasse polpette per cena, ma
-una cosa nuova non tra le migliori di
Via delle Cose Nuove - questo non è più previsto, e il bello è che neanche
l'amorevole coniuge stasera si prenderà cura di me. Perché, manco a dirlo, è a
sua volta ad un campo scout.
Dunque non mi resta
che liberarmi dello zaino, che aperto rigurgita il suo contenuto alla rinfusa
sul pavimento dell'ingresso, e ficcarmi sotto la doccia rimandando a tempo
indeterminato qualsiasi cura del materiale sparso desolatamente a terra
(progettare lavaggi in lavatrice, arieggiare il sacco a pelo e togliere la
fanghiglia dalle suole degli scarponi non sembrano al momento compiti
particolarmente allettanti).
Dopo la doccia
considererò se può valere la pena di scavalcare i detriti nell'ingresso e
trascinarmi in cucina in pigiama per sbattere in forno una pizza surgelata
(tutta vita!). Potrei, in alternativa, ficcarmi direttamente a letto a guardare
La Bella e la Bestia.
Non
c'è nessuno che si occupi di me?!
(Dile)
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