sabato 8 marzo 2014

Ospiti





In via delle Cose Nuove c'è un Pianoforte. E questo è piuttosto normale.
Poi ci sono due Chitarre. E anche questo è piuttosto normale, per una coppia che cumulando insieme gli anni di scoutismo, arriva a sfiorare i quaranta.

Poi ci sono tre Diamoniche. E questo non è poi così normale, anche se sapeste cosa significa il termine "diamonica".

Poi ci sono due Tastiere, una da sessantasei e una da ottantotto tasti. E questo è decisamente insolito, soprattutto in una casa dove è presente, come dicevo, un Pianoforte.

Poi ci sono un Cajon, un Tamburello, una Fisarmonica, un Hukulele, svariati Kazoo e un Flauto Dolce Yamaha di quelli che usavamo alle medie. E questo è… beh, giudicate voi.

L'unico di questi strumenti che posso definire "mio" a buon diritto è il Flauto Dolce, perché sebbene il Pianoforte mi sia appartenuto prima del matrimonio, e sebbene retaggi paterni e qualche centinaio di fuochi di bivacco ai campi estivi abbiano lasciato in me capacità genericamente chitarrose che quasi tutti quelli che hanno avuto la sfortuna di dividere un viaggio in treno con gente della nostra risma avranno potuto assaporare, gli strumenti in questa casa fanno a buon diritto capo a Damiano. Che li sa suonare tutti (siamo intorno alla quindicina).



Ora è possibile comprendere appieno di cosa parliamo quando accenniamo alla nostra "stanza degli ospiti". I nostri Ospiti (a parte il Pianoforte, che in virtù di un superiore status sta in ingresso) sono un'ampia famiglia, e di fatto impedirebbero l'uso della stanza degli ospiti a qualunque ospite umano che visitasse casa nostra. Essi, infatti, bivaccano nel luogo a loro destinato dalla mancanza di una sala da musica, occupando una superficie di circa otto metri quadrati in una stanza che ne misura dieci e che contiene anche un letto (purtroppo irraggiungibile). Per non parlare del fatto che, come tutti gli Ospiti che si rispettino, hanno dei bagagli. C'è chi viaggia leggero ed ha solo una Custodia. Ma qualcun altro non potrebbe vivere senza accessori come Aste, Piedistalli, Borsoni di Cavi, Cassette Tecniche a Rotelle Multistrato piene di minutaglia musicale completamente inclassificabile agli occhi di un profano, Casse Audio di varia dimensione. C'è anche un Mixer (e non sto parlando di un utile elettrodomestico) e per finire, ecco tre graziosi paggetti: i Leggii. Sì, tre Leggii, perché non ci vogliamo mica far mancare nulla, giusto? Hai visto mai che uno si rompe e l'altro è stanco, e ce ne manca uno di riserva?



Dunque, questa felice famigliola conduce una serena esistenza, rattristata solo da temporanee separazioni quando un membro è prescelto per una lezione, un'esibizione o solo un'esercitazione. Spesso, tuttavia, si tratta di gite collettive di più individui, in combinazioni sempre nuove, come Prima Diamonica-Cassetta a Rotelle-Mixer-Aste-Casse, oppure Fisarmonica-Leggio, oppure Tamburello-Seconda Chitarra-Primo Kazoo. Alcuni di loro, rassegnati, sanno che raramente potranno contare sull'eccitazione di queste gitarelle fuoriporta. Per esempio, il Cajon, che vive una profonda sindrome dell'abbandono. Quanto al Pianoforte, è una specie di cugino nobile, l'unico che abbia uno status tale da avere un vero posto nell'arredamento, e quindi è comprensibile che non desideri muoversene: è già seccante essere messo in mutande per l'accordatura.

Nel tempo, cresce intorno alla famiglia della stanza degli Ospiti una foresta di oggetti di varia natura, non necessariamente musicale, che non si sa dove mettere, e allora via nella stanza degli Ospiti, solo che la mancanza di spazio libero sul pavimento induce più che altro a lanciare la roba a casaccio -sperando di beccare il letto, e questo spesso non avviene. Gli Ospiti non se ne crucciano.

A volte, però, si sente risuonare  in lontananza "…basta…" "...porcaio immondo…" "…tutta quella roba…" "...neanche si riesce a camminare…". Allora gli Ospiti si stringono in trepida attesa. Forse è giunto il momento. Forse qualcuno di loro dovrà partire per sempre. Il Cajon è rassegnato. Certo tocca a lui. Poi, momenti spaventosi. Tutti vengono prelevati, scaraventati sulle scale, nel disimpegno, in cucina. Il sottobosco di suppellettili subisce il suo Giorno del Giudizio, che separa il grano dalla pula. L'aspirapolvere ulula, terribile come la Fine del Mondo.

Dopo,  il mormorio di un vento leggero… ossia la finestra aperta per cambiare l'aria fintantoché è possibile raggiungerla. Gli Ospiti, spauriti, sono ricondotti uno ad uno nel loro rifugio. Si contano. Sono ancora tutti qui. Anche il Secondo Kazoo? Sì, anche lui. Anche il Terzo Leggio? Eccolo. Il Cajon non può credere alla sua fortuna. Sono sconvolti, ma fiduciosi nel futuro, ora che la terribile prova è passata. Ancora una volta, li aspettano serene settimane di tranquillità.

Poi si sente:

"Ma porca miseria! E ora come ci arrivo a chiudere la finestra?!"



(Dile)

4 commenti:

  1. "Quanto al Pianoforte, è una specie di cugino nobile, l'unico che abbia uno status tale da avere un vero posto nell'arredamento, e quindi è comprensibile che non desideri muoversene: è già seccante essere messo in mutande per l'accordatura".

    Questa frase mi ha fatto ridere rumorosamente nella mia silenziosa stanzetta di studentessa altoatesina!!!!

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  2. La gestione degli strumenti in casa nostra fa ridere anche noi... quasi sempre! Comunque, grazie Fia per averci palesato che non è un umorismo del tutto autoreferenziale... ;)

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  3. Beata te Dile che riesci a contare gli strumenti! io non ci provo nemmeno ;)

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    1. Non stento a crederlo! E anche nel tuo caso c'è un bell'assortimento di "materiale accessorio"... ^_^

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