sabato 19 aprile 2014

Pasqua


 

"E per un istante di annichilimento un abisso impensabile si era aperto anche nell'unità dell'assoluto; e Dio era stato abbandonato da Dio.
Essi deposero il corpo giù dalla croce, e uno dei pochi ricchi tra i primi cristiani ottenne il permesso di seppellirlo in una tomba di pietra nel suo giardino: i romani misero una guardia militare che prevenisse  qualche gazzarra o il tentativo di impadronirsi del corpo. Anche questi ovvi procedimenti contenevano un simbolo: era bene che la tomba fosse sigillata con tutto il segreto delle antiche sepolture e guardata dall'autorità dei Cesari. Perché, in quella caverna, tutta la grande e gloriosa umanità, che noi chiamiamo antichità, era raccolta e racchiusa, e in quel luogo fu sepolta. Era la fine di quella grandissima cosa che si chiama storia umana: della storia che fu semplicemente umana. Le mitologie e le filosofie furono colà seppellite, insieme con gli dei e gli eroi e i sapienti. Secondo la grande parola romana, essi avevano vissuto. Ma come potevano vivere, così potevano morire, ed erano morti.
Al terzo dì, gli amici di Cristo vennero sul far del giorno a quel luogo e trovarono la tomba vuota e la pietra sepolcrale rotolata da un lato. Si resero conto in varia guisa del nuovo miracolo, ma non capirono che un mondo era morto in quella notte. Quel che essi vedevano era il primo giorno di una nuova creazione, con un nuovo cielo e una nuova terra: e in sembianza di giardiniere Dio camminava nuovamente nel giardino, nel fresco non di una sera, ma di un'alba."
G.K. Chesterton, The Everlasting Man

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