Tra tutti e due
abbiamo una bella compagine di parenti, amici e conoscenti di cui è giusto e
bello ricordarsi al momento dei regali di Natale. Fatti due conti, abbiamo
scelto presto la strada del fai da te. In Via delle Cose Nuove, infatti, voglia
di sperimentare e creatività sono quasi illimitate, mentre altri tipi di
risorse… no.
Così, dopo aver affrontato
in passato la produzione a livelli industriali di biscotti e cioccolatini,
quest'anno abbiamo deciso di provare qualcosa di più sofisticato sulla via
dell'autoproduzione, e di saponificare in casa. L'obiettivo era arrivare ad
avere tante belle saponette 100% handmade, fatte in casa partendo da zero, con
ingredienti naturali e con una procedura sufficientemente semplice da essere
alla portata di due principianti assoluti.
Parte quindi la
caccia all'informazione online (c'è un fascinoso e complesso mondo di gente che
saponifica in casa autoproducendosi ogni singolo prodotto detergente che usa,
dalla saponetta al detersivo per i panni al disincrostante per il calcare:
tutto da scoprire, e non crediate che sia composto esclusivamente da allegri
fricchettoni) e agli strumenti adeguati. Per produrre un sapone terra terra,
diciamo senza alcuna pretesa, da inesperti totali, sono sufficienti tre
ingredienti alla portata di tutti: olio d'oliva, acqua distillata (quella per
il ferro da stiro) e soda caustica. Poi ci vuole tutto un armamentario di utensili vasto ma reperibile in casa (eccezion fatta per il termometro per alimenti, che non essendo cultori dell'haute cuisine abbiamo dovuto acquistare) e per finire strumenti di protezione visto che si maneggia una sostanza corrosiva e si provocano un paio di reazioni chimiche.
La millantata
potenziale pericolosità di queste procedure ovviamente ci aveva eccitato molto,
quindi, quando ci siamo messi all'opera, una sera di dicembre nella nostra
cucina, abbiamo indossato occhialoni da sci, mascherine antismog, grembiuli e
guanti di plastica con la solennità di due scienziati a lavoro in un
laboratorio a rischio di contaminazione e probabilmente con l'intima
convinzione di sembrarlo davvero (le foto, purtroppo, smentiscono).
Abbiamo versato a
cucchiaiate la soda nell'acqua con grandi aspettative, ma tutto quello che è
successo è che la temperatura è rapidamente salita a causa della reazione
chimica, arrivando verso i 70° per poi cominciare lentamente a scendere. Niente
degno di nota nemmeno nel successivo, cauto travaso della soluzione caustica
ottenuta nell'olio. Frulliamo il tutto ottenendo una bella crema pasticciera di
aspetto gustoso, aggiungiamo un po' di lavanda per non sembrare degli assoluti
inesperti e coliamo il tutto negli stampi approntati per l'occasione: due
contenitori in tetrapack riciclati, a cui avevamo tolto la parte superiore.
Il sapone è stato a nanna nei suoi stampi, ben avvolto da una coperta, per un paio di giorni, poi abbiamo sformato le mattonelle ottenute e le abbiamo tagliate in tante belle saponette d'aspetto molto rustico, che hanno subito un processo di impacchettamento degno di una bottega artigianale, con tanto di etichetta, disegno e avvertenze (il sapone fatto così deve stagionare almeno un paio di mesi, ma non avevamo avuto l'intelligenza di prepararlo in tempo perché arrivasse al Natale pronto all'uso, per cui invece di un "consumare entro", le persone che lo hanno ricevuto in regalo si sono ritrovate con un "non consumare prima di").
Il sapone è stato a nanna nei suoi stampi, ben avvolto da una coperta, per un paio di giorni, poi abbiamo sformato le mattonelle ottenute e le abbiamo tagliate in tante belle saponette d'aspetto molto rustico, che hanno subito un processo di impacchettamento degno di una bottega artigianale, con tanto di etichetta, disegno e avvertenze (il sapone fatto così deve stagionare almeno un paio di mesi, ma non avevamo avuto l'intelligenza di prepararlo in tempo perché arrivasse al Natale pronto all'uso, per cui invece di un "consumare entro", le persone che lo hanno ricevuto in regalo si sono ritrovate con un "non consumare prima di").
Ci siamo divertiti
davvero, il nostro lavoro è stato apprezzato, e considerata la semplicità del
processo consigliamo a tutti di mettersi alla prova.
Con la ricetta che
vi passiamo qui sotto si può ottenere un sapone veramente semplice e naturale
al 100%. E saponificazione sia!
Ecco l'occorrente e
gli ingredienti.
Per lavorare: -un termometro per alimenti
-bilancia
elettronica
-una caraffa di
vetro resistente al calore (a imboccatura larga)-un contenitore di plastica
-un mestolo
-un cucchiaio di plastica
-una pentola di acciaio
-un frullatore a immersione
-stampi: in tetrapack, in silicone per dolci o ghiaccioli, scatole rivestite di carta forno etc…
-una vecchia coperta
-pellicola trasparente
Per proteggersi (ironia a parte è importante, la soda può essere molto pericolosa):
-occhiali
-mascherina
-guanti
-grembiule
-carta di giornale per il piano di lavoro
Per il sapone:
-1kg d'olio di oliva
-128 g di soda caustica
-300 g di acqua distillata
Ecco come fare.
1. Proteggere se
stessi e il piano di lavoro.2. Pesare con la massima precisione tutti gli ingredienti: l'olio direttamente nella pentola, l'acqua distillata direttamente nella brocca, la soda caustica nel contenitore di plastica.
3. Mettere la brocca che contiene l'acqua dentro il lavello per limitare i danni in caso di incidenti e versare con estrema attenzione, a cucchiaiate, la soda dentro l'acqua, mescolando poi per scioglierla completamente. Attenzione, la temperatura sale molto velocemente. Lasciarla poi raffreddare.
4. Mettere a scaldare sul fornello la pentola con l'olio. Controllare col termometro la temperatura portandolo a 45° (ci vorrà poco) e spengere.
5. Aspettare che la soluzione caustica si sia raffreddata fino a raggiungere a sua volta i 45°. Quando i liquidi sono alla stessa temperatura versare con molta cautela la soda disciolta nell'acqua nella pentola dell'olio (mai fare l'inverso, attenzione!).
6. Mescolare con un mestolo, poi con il frullatore a immersione, fino a che la miscela non raggiungerà la consistenza di una crema soffice, che cade "a nastro".
7. Versare negli stampi, coprire la superficie con la pellicola se c'è bisogno e riporre gli stampi pieni avvolti in una coperta per conservare il calore durante il processo di saponificazione. Si può sformare e tagliare a piacere il sapone dopo due giorni, e usarlo aspettando come minimo un paio di mesi.
Da riprovare senza dubbio. Grandissimi!
RispondiEliminaProbabilmente non avremmo pensato di farlo e recuperato l'intero processo senza il fondamentale precedente dei lupetti! XD
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