E' arrivata (e passata) la radiosa coda settembrina dell'estate, con giornate fresche e piacevoli ed un po' di tempo libero da usare in casa, ed io ho deciso di mettermi all'opera per depurare la nostra libreria grande con lo spirito con cui si sgorga un lavandino intasato.
La libreria grande è la prima cosa che colpisce l'occhio entrando in casa nostra, ed occupa l'intera parete antistante la porta d'ingresso.
All'inizio, traslocando i rispettivi
patrimoni librari nei giorni prima del matrimonio, avevamo cercato di disporli
con qualche criterio base, ripromettendoci di "dare una sistemata in
seguito". Inutile dire che tale sistemata non è mai avvenuta, e nel
frattempo non abbiamo fatto altro che aggiungere nuovi acquisti fino a riempire
tutto lo spazio disponibile, togliere libri per leggerli e rimetterli a posto
appoggiandoli sopra gli altri ed usare la libreria anche per quaderni, fogli
sciolti, pericolanti pile di cd, cartine per il trekking malpiegate e
occasionali panni per spolverare dimenticati. Insomma, regnava il caos (e
volete sapere qual è la cosa più sconcertante? Che in confronto alla libreria
dello studio, questa sembrava ordinata. Ma una missione impossibile per volta).
Comunque, il punto è che stavamo esaurendo lo spazio, e questo significava che prima di riordinare suddividendo per letterature nazionali e settori diversi di saggistica, prima di spolverare gli scaffali, prima di timbrare tutti i volumi con il nostro ex libris componibile, prima di ogni altra operazione... era necessario liberarsi di alcuni libri.
Ora, io sono una di
quelle persone con la tendenza paganeggiante ad idolatrare i libri, ma ho
dovuto ben presto rendermi conto che potevamo senza rimpianti fare a meno di
qualche titolo nel nostro catalogo.
Comunque, il punto è che stavamo esaurendo lo spazio, e questo significava che prima di riordinare suddividendo per letterature nazionali e settori diversi di saggistica, prima di spolverare gli scaffali, prima di timbrare tutti i volumi con il nostro ex libris componibile, prima di ogni altra operazione... era necessario liberarsi di alcuni libri.
A cominciare dai
doppioni, ad esempio i due dizionari di tedesco stessa edizione e stesso anno,
o le due serie di opere di T. S. Eliot, perfettamente identiche, risalenti ad
un periodo in cui da fidanzati ci eravamo fissati ed avevamo entrambi
acquistato uno dopo l'altro i Quattro Quartetti,
la Terra Desolata, Assassinio nella Cattedrale e via discorrendo
(in effetti è stato immediatamente dopo quel periodo che abbiamo cominciato a
guardare al futuro ed a cercare di coordinare gli acquisti librari).
Poi è stata la volta
dell'Enciclopedia del Pensiero Filosofico e
Scientifico in dodici volumi del Geymonat, appartenuta a mia madre (che
era stata ben contenta di sbolognarcela), accettata da Damiano con l'entusiasmo
di un giovane filosofo ancora "povero" di libri e ben presto
risultata sorpassata, ingombrante e definitivamente poco consultabile. Stiamo
ancora cercando, senza successo, di venderla su ebay, in ogni caso ha lasciato
posto sugli scaffali migrando nel ripostiglio.
Poi una processione
di robaccia di varia natura, detriti adolescenziali e acquisti poco oculati:
fantasy di dubbio gusto, il manuale Risparmiare
in casa (spoiler: il modo migliore di risparmiare è non comprare questo
libro), l'orrendo Vita nel Vento,
libretto per bambini vinto ad una pesca di beneficienza con raccapriccianti
illustrazioni col verde vomito come colore dominante, l'utile pubblicazione Scuola in prospettiva (salvo che la
prospettiva in questione è quella di due o tre decenni fa, visto che il
prezioso volume era venduto al modico prezzo di 2000 lire), parateologia d'accatto tipo Uno di noi è Dio la cui quarta di copertina
riassume la cosiddetta "originale intuizione" dell'autore: "se
uno di noi è Dio, anche noi siamo Dio". Imperdibile.
Ma soprattutto,
un'intera serie di "libri di lettura" appartenuti a Damiano e
risalenti agli anni della scuola media, che visti tutti insieme mi hanno
fornito una specie di improvvisa illuminazione sul perché in Italia si legge
molto poco: è probabile che una delle cause principali sia la tendenza di certi
insegnanti a scegliere per i ragazzi, negli anni in cui prende forma il gusto
adulto per la lettura, libri che tutto fanno venir voglia meno che di leggerli.
Vederli mi ha fatto ricordare i miei
libri di lettura delle medie (di cui mi sono sbarazzata tempo fa e che infatti
non risultano all'appello), ed in particolare una deprimente antologia di
racconti "attuali" di Vittorio Zucconi, piacevoli da leggere come un elenco telefonico. Anche i
professori di Damiano non scherzavano: il pezzo forte di questo piccolo museo
di clamorosi errori didattici rilegati in brutte brossure è una raccolta
intitolata Storie di Adolescenti,
copertina color caco maturo con triste acquarello di bambinetti che giocano su
un albero.
Sottotitolo "26 racconti sul mestiere di crescere", proprio quello che l'adolescente medio cerca quando apre un libro (per non parlare di quel ventisei scritto in cifre). Contenuto, uno sconcertante elenco di racconti mischiati ad estratti di opere più lunghe: qualche pagina di Anna Frank (perché non far leggere invece tutto il Diario?), Bee Bee Pecora Nera di Kipling, perfetto per marchiare a fuoco nelle teste degli sventurati brufolosi dodicenni (che nulla sanno della poetica cupa, esotica e misteriosa di Kipling) che Kipling è un autore deprimente che parla di bambini maltrattati, parti di un Diario di una giovinetta non meglio identificato il cui picco emotivo è rappresentato dall'angoscia di un ricovero per appendicite, un racconto di Moravia brutto anche più della media dei racconti di Moravia (ah, Moravia, onnipresente nelle antologie delle medie, e non a caso accuratamente evitato da tutti in seguito!) e ciliegina sulla torta, estratti dell'ignobile Diario segreto di Adrian Mole, di tredici anni e tre quarti, ricco di quello che la curatrice dell'antologia definisce "scanzonato gergo giovanile" (probabilmente per l'uso scorretto dei congiuntivi) che ci regala brani di questo genere: "Sono andato a prendere il tè dalla nonna. Ero triste e abbattuto a causa del soggiorno di Pandora in Tunisia. La nonna mi ha chiesto se ero stitico. A momenti le dicevo qualcosa, ma come si fa a spiegare l'amore a una donna di settantasei anni che crede che è una parolaccia?" Ahah. Non vi state spisciando dal ridere anche voi? E' questo quello che ci vuole per diventare lettori appassionati! Uno proprio non vede l'ora di sapere come continua!
Potrei lanciarmi in una filippica sulla cattiva educazione alla lettura che si riceve alle medie, ma Damiano già mi dice "Non fare post troppo lunghi!"
Sottotitolo "26 racconti sul mestiere di crescere", proprio quello che l'adolescente medio cerca quando apre un libro (per non parlare di quel ventisei scritto in cifre). Contenuto, uno sconcertante elenco di racconti mischiati ad estratti di opere più lunghe: qualche pagina di Anna Frank (perché non far leggere invece tutto il Diario?), Bee Bee Pecora Nera di Kipling, perfetto per marchiare a fuoco nelle teste degli sventurati brufolosi dodicenni (che nulla sanno della poetica cupa, esotica e misteriosa di Kipling) che Kipling è un autore deprimente che parla di bambini maltrattati, parti di un Diario di una giovinetta non meglio identificato il cui picco emotivo è rappresentato dall'angoscia di un ricovero per appendicite, un racconto di Moravia brutto anche più della media dei racconti di Moravia (ah, Moravia, onnipresente nelle antologie delle medie, e non a caso accuratamente evitato da tutti in seguito!) e ciliegina sulla torta, estratti dell'ignobile Diario segreto di Adrian Mole, di tredici anni e tre quarti, ricco di quello che la curatrice dell'antologia definisce "scanzonato gergo giovanile" (probabilmente per l'uso scorretto dei congiuntivi) che ci regala brani di questo genere: "Sono andato a prendere il tè dalla nonna. Ero triste e abbattuto a causa del soggiorno di Pandora in Tunisia. La nonna mi ha chiesto se ero stitico. A momenti le dicevo qualcosa, ma come si fa a spiegare l'amore a una donna di settantasei anni che crede che è una parolaccia?" Ahah. Non vi state spisciando dal ridere anche voi? E' questo quello che ci vuole per diventare lettori appassionati! Uno proprio non vede l'ora di sapere come continua!
Potrei lanciarmi in una filippica sulla cattiva educazione alla lettura che si riceve alle medie, ma Damiano già mi dice "Non fare post troppo lunghi!"
Quindi, in
conclusione: i nostri scarti librari sono stati regalati in giro, o nei casi
più impresentabili riposti in una scatola destinata al mercatino dell'usato
dell'Operazione Mato Grosso, che sarà ritirata provvidenzialmente il primo
ottobre. Con i libri delle medie, invece, abbiamo rimpinguato la nostra riserva
di carta per accendere il camino, visto che ormai arriva la brutta stagione. E
voi, se li aveste ancora sottomano, che fareste ai vostri orridi "libri di
lettura"?